Freccia Vallone 2025, Tadej Pogačar fa il vuoto sul Mur de Huy! 2° Kévin Vauquelin, 3° Tom Pidcock e 9° Remco Evenepoel

Tadej Pogačar domina il Mur de Huy e si impone alla Freccia Vallone 2025. Il campione del mondo ha allungato a circa 500 metri dal traguardo accelerando da seduto e ha subito fatto il vuoto con apparente facilità, andando a vincere nettamente e conquistando così per la seconda volta la classica belga dopo il successo del 2023. Lo sloveno della UAE Team Emirates XRG ha anticipato di 10″ Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), che conferma il secondo posto dello scorso anno, e di 12″ Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team). “Solo” 9° Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che nel finale non è riuscito a cambiare ritmo, mentre ha chiuso 16° il primo degli italiani, Davide Formolo (Movistar).

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

Sotto un cielo grigio il gruppo è ben felice di lasciar subito partire Simon Guglielmi (Arkéa-B&B Hotels), Artem Shmidt (Ineos Grenadiers), Ceriel Desal (Wagner Bazin WB), Tom Paquot (Intermarché-Wanty) e Siebe Deweirdt (Team Flanders-Baloise), che rapidamente guadagnano fino a più di due minuti, ma la Soudal Quick-Step decide di alzare il ritmo attorno alla prima ora di gara, finendo così per dimezzare il gap. Approfittando della situazione, resa ancor più complicata dall’aumentare dell’intensità della pioggia, Tobias Foss (Ineos Grenadiers) decide di uscire dal gruppo e lanciarsi all’inseguimento dei battistrada.

Raggiunto da Robert Stannard (Bahrain Victorious), l’ex iridato a cronometro insiste nella sua azione e i due rientrano sulla testa della corsa dopo 70 chilometri di gara, mentre alle loro spalle il gruppo resta inizialmente attorno al minuto di ritardo. La situazione cambia di nuovo nel corso della seconda salita di giornata, la Côte de Petite Somme, che davanti vede Deweirdt perdere contatto, mentre dal gruppo parte un’azione decisa della Uno-X Mobility, che lancia all’attacco Fredrik Dversnes e Andreas Leknessund.

I due chiudono il ritardo dai sei uomini al comando in venti chilometri, rientrando sui primi poco dopo il cartello che indica i -100 all’arrivo. Nel frattempo il gruppo si prende un momento tranquillo, concedendo fino a 1’50” prima di accelerare nuovamente all’ingresso nel circuito finale, nell’approccio alla prima scalata della Côte d’Ereffe. Qui una naturale accelerazione vede i battistrada perdere circa trenta secondi, arrivando poi ad affrontare la salita successiva, la Côte de Cherave, con 1’20” di margine sul plotone, dove anche la UAE Team Emirates XRG si fa vedere nelle prime posizioni.

Lungo l’ascesa iniziano a perdere contatto diversi corridori, compreso il campione uscente Stephen Williams (Israel-Premier Tech), e il gruppo scollina con un ritardo di 1’05”, accelerando ulteriormente nell’approccio alla prima scalata del Mur de Huy. Paquot perde contatto tra i fuggitivi e viene rapidamente ripreso, mentre i restanti attaccanti tornano a guadagnare qualcosa nel tratto successivo, perdendo però nuovamente terreno con l’inizio della Côte d’Ereffe, quando la Soudal Quick-Step torna a imporre l’andatura. Gli attaccanti, tra i quali non vi è più Guglielmi, scollinano quindi con 45″ di margine.

Gli inseguitori si avvicinano ulteriormente sul secondo passaggio dalla Côte de Cherave, dove prosegue la selezione sia davanti, con Stannard e Shmidt ad alzare bandiera bianca, sia dietro, dove vanno in difficoltà Enric Mas (Movistar), Alex Aranburu (Cofidis) e anche Lenny Martinez (Bahrain Victorious), che però poi riesce a rientrare così come Aranburu. Al termine della discesa seguente i battistrada restano in tre perché Desal è vittima di una caduta; poco dopo, nello stesso punto, anche in gruppo si verifica un incidente, che coinvolge tra gli altri Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike), Ilan Van Wilder (Soudal Quick-Step) e, soprattutto, Mattias Skjelmose (Lidl-Trek).

Se il belga della Visma riesce a ripartire velocemente, restano invece a terra più a lungo gli altri due, con il danese in particolare che appare dolorante al ginocchio. Alla fine, il vincitore dell’Amstel Gold Race riparte, ma poco dopo arriva l’annuncio del suo ritiro, così come quello di Van Wilder. Il plotone, nel frattempo, arriva nuovamente ai piedi del Mur de Huy e giunge in cima con una manciata di secondi di ritardo da Foss, Leknessund e Dversnes, ma in seguito torna a lasciar loro un po’ di spazio, mantenendo il gap sui 20″ anche dopo l’ultimo passaggio sulla Côte d’Ereffe.

L’avventura degli attaccanti termina ai piedi della Côte de Cherave, a 7000 metri dalla conclusione, dove la UAE prende definitivamente il comando delle operazioni e cambia ritmo con Jan Christen. L’andatura dell’elvetico screma ulteriormente il gruppo e davanti restano una trentina di corridori, che si allungano tantissimo nel corso della discesa, tanto che al termine della stessa restano davanti cinque corridori: Tadej Pogačar e Brandon McNulty (UAE Team Emirates XRG), Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), Ben Healy (EF Education-EasyPost) e Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), ma la Groupama-FDJ riporta subito sotto tutti gli altri, ai -2 dall’arrivo.

A quel punto non c’è praticamente più tempo per respirare perché, dopo soli 1000 metri, inizia per l’ultima volta il Mur de Huy, che viene approcciato in prima posizione da McNulty. Dopo lo statunitense, è nuovamente Christen ad alzare il ritmo in vista dell’attacco di Pogačar, ma a provare ad anticipare è Healy. Lo sloveno comunque non si fa sorprendere e quando mancano circa 500 metri al traguardo rilancia da seduto, facendo immediatamente il vuoto; Healy prova a reagire ma non riesce a cambiare passo, così come Evenepoel, mentre ci riesce Vauquelin, che tuttavia può solo andare a prendersi il secondo posto alle spalle del fenomeno sloveno.

Risultato Freccia Vallone 2025

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